Evasori e finanza all’insegna dell’oro

 

Come è risaputo, l’oro sostituisce bene il contante, e non solo per un motivo, ma per diverse ragioni. Primo, consente di smerciare il denaro da riciclare, secondo, perché la diffusione sul territorio garantisce la sede migliore per piazzare una di quelle attività che apparentemente sembrano regolari. Ciò incrementa indubbiamente sia la criminalità organizzata, che riesce a piazzare sul mercato il bottino d’oro rubato presso le case altrui, sia l’usura, in quanto, spesso, alla cessione del metallo giallo, subentrano i prestiti usurari e si impegnano oggetti preziosi che poi difficilmente si riesce a recuperare.

Manca davvero poco che il contrabbando dell’oro arrivi allo stesso livello di quello della droga, e non è affatto difficile capire come ci si è arrivati a tanto. Dalla semplice cessione di una collana, ad esempio, si può finire in un vortice criminale, un vero e proprio circolo vizioso per l’economia del nostro Paese.

Più controllo? Più severità da parte delle forze dell’ordine e in particolare della Guardia di Finanza? Questo non è sufficiente, visto che tutti i cittadini, nel loro piccolo, devono impegnarsi a non affidare il loro oro nelle mani del primo commerciante che si spaccia per esperto del metallo e offre una cifra irrisoria al cliente, che crede di aver fatto un ottimo investimento. Invece il suo oro, che valeva sicuramente molto di più, viene rivenduto a chissà quale grossista che, d’accordo con le bande criminali, dà via ad un giro poco pulito, in cui il riciclaggio dell’oro assume sempre più importanza.