Investimenti Sicuri: Quali sono i titoli di stato più sicuri?

Per molti risparmiatori, investimenti sicuri è sinonimo di Titoli di Stato, che pur offrendo una rendita ben più modesta di, per esempio, hedge fund, venture capital etc, assicurano un rischio davvero minimo del capitale. La domanda a questo punto è: fra le varie offerte disponibili, ad oggi quali sono i Titoli di Stato più sicuri in assoluto? Vediamolo grazie agli esperti di www.investimenti-sicuri.it.

Titoli di Stato: introduzione

I Titoli di Stato sono obbligazioni (o bond, in inglese) emesse dal medesimo, ossia titoli finanziari di durata predeterminata (e variabile in base alla tipologia) tramite i quali l’emittente riceve liquidità dai prestatori e alla scadenza restituisce capitale e interessi maturati.

Che, diciamolo subito, in tempi di crisi sono molto bassi. Tali interessi possono essere riscossi in 2 modi: tramite cedole o scarti d’emissione. Le prime possono essere fisse (si riscuote un interesse fisso a scadenze predeterminate) o variabili (influenzate dall’andamento di un indice).

I secondi corrispondono alla differenza (scarto) fra il prezzo di emissione del titolo e il suo valore alla data di rimborso. Al momento esistono 5 tipi di Titoli di Stato, tutti piuttosto sicuri ma con qualche differenza.

Buoni del Tesoro Poliennali (BTP)

Sono obbligazioni a tasso fisse e con le scadenze massime più lunghe fra tutti i Titoli di Stato: fino a 30 anni. Le minime sono invece 36 mesi. Gli interessi vengono corrisposti con cedole, di norma 2 volte all’anno. I più convenienti e sicuri sono quelli a scadenza medio-breve.

Certificati del Tesoro Zero Coupon (CTZ)

Anche i Certificati del Tesoro Zero Coupon sono a tasso fisso, ma hanno una scadenza più lunga dei BOT, ai quali assomigliano: 24 mesi. Il pagamento avviene senza cedole, e per lucrare conviene evitare il rimborso anticipato.

Buoni Ordinari del Tesoro (BOT)

Si caratterizzano per la brevità dell’investimento: 3, 6 o 12 mesi. Purtroppo, il rendimento attuale è risibile, inferiore allo 0%. In pratica, considerate le commissioni da pagare, si riscuote meno di quanto si da. Per questo oggi gli investitori latitano, mentre i risparmiatori italiani continuano ad acquistarli.

Va detto, però, che il sistema di riscossione a scarto d’emissione rende più flessibile il rimborso rispetto alle cedole. E soprattutto: anche se un po’ risicato, permettono di riavere alla scadenza il capitale investito, difatti sono oggi usati più come deposito che come forma di investimento.

BTP€i e CCT

I Buoni del Tesoro Poliennali indicizzati all’inflazione europea e i Certificati di Credito del Tesoro sono affidabili ma meno dei titoli a tasso fisso.

I primi hanno scadenze analoghe ai BTP e rimborso almeno pari al valore nominale, ma pesa l’incertezza del rapporto inflazione italiana/europea, specie sul lungo periodo. I CCT, la cui convenienza è legata all’andamento dei BOT, hanno scadenza a 7 anni e gli interessi sono pagati a semestre con le cedole.