Le varie leghe dell’oro


L’oro, essendo un metallo estremamente malleabile, troverebbe un difficile impiego in oreficeria se non potesse ricorrere alla sua unione con uno o più differenti metalli che ne conferiscono la solidità necessaria per diventare oggetto di ornamento. La purezza e il valore dell’oggetto chiaramente diminuisce a seconda del metallo impiegato per costruire la lega.

La misura internazionale dell’oro è il carato. In questo modo è possibile avere un idea del grado di purezza dell’oggetto e dei vari metalli che sono stati impiegati per la sua costruzione.
In oreficeria e in gioielleria si trova in genere non più di un 18K, in poche parole un 75% in oro e un 25% suddiviso tra due e sei diversi elementi. Una percentuale di tutto rispetto visto che spesso vengono messi in vendita oggetti di qualità nettamente inferiore. Mentre il massimo grado è il 24K (100% oro puro)

La lega più comune che possiamo riscontrare nella lavorazione dell’oro è quella con l’argento e il rame. Se combinati in percentuali più o meno maggiori (lasciando però inalterato il 75% dell’oro) infondono una colorazione totalmente differente del gioiello. Basti pensare che può diventare verde (se la percentuale è identica), giallo (predominanza di rame) rosa (netta predominanza del rame) rosso (una scarsa percentuale d’argento).
L’oro bianco (molto in voga negli ultimi tempi) è composto sempre dal 75% d’oro e da un 25%in argento nichel e palladio.
Vi è infine l’oro blu, che richiede una particolare ossidazione del ferro affinchè possa assumere questo colore.

É importante non lasciarsi trarre in inganno e non pagare un oggetto più di quanto non valga realmente, controllate sempre i carati (K) e giudicate fino a quanto è conveniente un tale acquisto.